L’Impianto di digestione anaerobica dei #rifiuti organici/verde per la produzione di biometano e compost di qualità

Articolo di Stefania Pietrantoni – Consigliere di Ripensiamo Roma

Il 21 ottobre si è svolta la nuova tappa del tour impianti di #ripensiamoambiente per mettere in pratica il progetto formativo destinato ai giovani per una diversa cultura ambientale.

Con gli amici di Ripensiamo Roma siamo stati ad Anzio (Rm) nell’impianto, gestito da Snam, di trasformazione e riutilizzo della frazione organica dei rifiuti urbani (Forsu) che permette attraverso la digestione anaerobica la produzione di Biometano e di Compost di qualità.

Sono stati con noi 35 ragazzi della scuola secondaria di secondo grado del IV° anno del Liceo Classico e del Liceo Scientifico dell’Istituto Paritario Gesù-Maria di Roma che hanno avuto modo di conoscere da vicino l’importanza delle tecnologie per arrivare ad un’autosufficienza energetica rispettosa dell’Ambiente e pienamente rispondente ai principi di #economiacircolare.                                                                                                              La produzione di biometano con questa metodologia consente infatti di: valorizzare la raccolta differenziata, recuperare energia dai rifiuti,  abbattere la produzione di cattivi odori, evitare la dispersione in atmosfera di un gas, il metano, che ha un effetto serra 28 volte maggiore di quello della anidride carbonica, contribuire alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, diminuire la dipendenza dalle importazioni di gas naturale dall’estero.

La visita ha previsto una sessione formativa iniziale in aula nella quale si sono succeduti gli interventi di Donato Bonanni (Presidente Ripensiamo Roma) che ha introdotto l’argomento e il contesto della visita di istruzione, di Paola Muraro (Responsabile Tematica Ambiente di Ripensiamo Roma) che ha sottolineato come ognuno può fare la propria parte per l’ambiente impegnandosi a compiere una corretta differenziazione dei rifiuti all’origine nelle proprie case, dell’Ing. Emiliano Miazzetto (Capo impianto SNAM) che ha spiegato l’impianto, i suoi componenti e i processi che vi si svolgono.

 A seguire L’Ing Miazzetto ci ha accompagnato alla visita in campo nella quale abbiamo visto (con riferimento allo schema seguente):

Schema dell’impianto con sequenza delle lavorazioni.

Il punto di conferimento e accettazione dei rifiuti provenienti dai comuni dei Castelli Romani. In ingresso viene pesato il carico attraverso la pedana dotata di bilancia e verificata la tipologia del rifiuto.

 

 

 

 

 

 

 

Il pretrattamento dei rifiuti che consente di eliminare eventuali impurità quali metalli captati mediante un sistema magnetico (tipo calamita), carta e plastica separati attraverso vagliatori.

Le due sezioni di cui si compone l’impianto:

  1. Impianto di produzione del biometano;
  2. Impianto di produzione del compost.

Le due sezioni concorrono a trasformare il rifiuto immesso nel biodigestore in prodotti riutilizzabili e valorizzabili applicando completamente il corretto paradigma dell’economia circolare.

Il BIODIGESTORE costituisce il cuore dell’impianto. I rifiuti in entrata vengono trasformati in biogas attraverso le reazioni biochimiche di fermentazione (digestione) che avvengono per effetto del metabolismo di specifici batteri che vivono in assenza di ossigeno (anaerobica).

Nel biodigestore viene aggiunto anche il verde (proveniente da potature) che, una volta triturato, ha la funzione di strutturante del rifiuto organico.

Il residuo che rimane (digestato) viene avviato alla trasformazione in compost. Il digestato, cioè la matrice non più degradabile prodotta dalla fase di digestione anaerobica, è stabile e privo di odori molesti. Esso viene ulteriormente stabilizzato nella linea di compostaggio per produrre compost di qualità.

A valle del biodigestore:

Il biogas viene avviato all’impianto di upgrading che ha lo scopo di purificare il biogas sottraendogli impurità quali composti dello zolfo (attraverso filtri a carbone), tracce di altri gas quali anidride carbonica, ossigeno, azoto (tramite processo di adsorbimento) e umidità (attraverso il raffreddamento). In questo modo dal biogas si ottiene il biometano, che ha caratteristiche del tutto analoghe a quelle del gas naturale e viene immesso nella rete di distribuzione e utilizzato come carburante

Il digestato cioè la matrice non più degradabile prodotta dalla fase di digestione anaerobica, stabile e privo di odori molesti, viene avviato al compostaggio. Dapprima disidratato, essiccato, poi lasciato maturare in reattori chiusi dotati di sistemi di insufflazione d’aria che lo trasformano in compost di qualità utilizzabile in agricoltura o in florovivaistica.

Fanno parte dell’impianto le torri di lavaggio e i biofiltri che costituiscono i sistemi di depurazione delle emissioni gassose e liquide generate dai trattamenti nonché i sistemi per la captazione e il trattamento delle arie esauste odorigene che vengono estratte dai capannoni nei quali avviene la lavorazione dei rifiuti.

 

 

 

      

La fine della visita all’impianto si è conclusa con un ospitale rinfresco.

I ragazzi hanno dimostrato il loro interesse attraverso domande e interventi.

Ringraziamo i responsabili dell’Impianto per averci dato la possibilità di conoscere da vicino una realtà tecnologica consolidata e utile che speriamo possa essere implementata anche nella nostra città.

 

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