MOBILITIAMO ROMA: ROMPERE CON IL PASSATO

A Roma i servizi di trasporto pubblico non funzionano e la mobilità urbana è un problema serio. Il recente rapporto dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale ha evidenziato il persistente non raggiungimento dei livelli qualitativi minimi del servizio. I cittadini, da soli o in comitati e associazioni, da anni manifestano la loro insoddisfazione per i servizi pubblici erogati e il prossimo 27 ottobre una grande mobilitazione (#romadicebasta) chiederà a gran voce un vero cambiamento nella gestione della città. Diverse multinazionali (come Sky, Mediaset) sono scappate dalla città capitolina per l’inefficienza dei trasporti e dei collegamenti.

Una città senza guida, senza un progetto, senza una missione, che non riesce a risollevarsi dai vari problemi e dalle emergenze oramai sotto gli occhi di tutti.

Roma non riuscirà mai ad essere una vera Capitale europea fintanto che non cambierà il modello di gestione del trasporto pubblico locale quale settore fondamentale per lo sviluppo economico, produttivo e sociale della città e quale strumento fondamentale per la generazione di un benessere diffuso ed accessibile a tutti i cittadini.

Le amministrazioni locali che si sono avvicendate e quella attuale dei pentastellati non sono state in grado di dare risposte adeguate alle esigenze dei cittadini romani e dei turisti. In particolare, negli ultimi anni i risultati della gestione economica e operativa (e di performance) del servizio di trasporto pubblico erogato dall’azienda municipalizzata Atac sono stati disastrosi al punto che la stessa Giunta Raggi ha fatto ricorso alla procedura di concordato preventivo in continuità bloccando ogni apertura verso la messa a gara pubblica del servizio stesso. Non possiamo dimenticare la campagna elettorale grillina del 2016, dove l’allora candidata Raggi prometteva a gran voce il ricorso alla gara pubblica per la concessione del servizio. Alla fine, la stessa Raggi ha cambiato idea e ha deciso di prorogare il contratto di servizio fino al 2021 a causa della sua incapacità e inadeguatezza.

Il prossimo 11 novembre i cittadini romani saranno chiamati alla importante consultazione referendaria promossa dai Radicali sulla liberalizzazione (da non confondere con la privatizzazione) dei servizi di trasporto pubblico locale, oggi gestita quasi interamente dall’azienda municipalizzata Atac. In particolare, il primo quesito referendario chiede se i servizi di trasporto pubblico debbano essere affidati attraverso gare pubbliche anche ad una pluralità di gestori pubblici o privati, aprendo alla concorrenza e prevedendo la clausola di salvaguardia per i lavoratori nella fase di ristrutturazione. Il secondo, invece, riguarda la promozione dell’esercizio di trasporti collettivi non di linea alle imprese che operano in concorrenza (vedi il caso Uber).

Purtroppo, il referendum sull’Atac viaggia nel silenzio informativo a causa della incoerenza e bugiardaggine degli stessi paladini della democrazia diretta “digitale”, i quali hanno fatto di tutto per boicottare il referendum consultivo.

Il limite oggettivo della consultazione referendaria è il quorum (il 33% ossia 800mila voti) richiesto per la validazione della stessa. A tal proposito, c’è stata una accesa diatriba politica tra i promotori (i Radicali) del referendum e la Giunta Raggi in merito alla cancellazione del quorum prevista nella modifica introdotta nello Statuto di Roma Capitale con ordinanza 17 del 30 gennaio 2018. Data che coincide con quella fissata dal sindaco Virginia Raggi per l’indizione del referendum consultivo del prossimo 11 novembre.

Atac è un’azienda fallita, incapace di offrire un servizio efficiente e di qualità ai cittadini e ai turisti, di investire in nuovi mezzi di trasporto (abbiamo visto con i nostri occhi le vicende legate ai tanti bus incendiati e alle tante corse cancellate a causa dei bus fermi in strada per la mancata manutenzione dei mezzi stessi), di liberarsi da un evidente conflitto di interessi tra controllato (Atac) e controllore (Roma Capitale).

Se non vogliamo accettare questa situazione, è necessario mettere a gara i servizi di trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo, affidandoli a più soggetti pubblici o privati con determinati requisiti economico-finanziario e tecnico-professionali, rompendo il monopolio e aprendo alla concorrenza. In altre parole, una gara pubblica ben impostata, in grado di spingere gli operatori, pubblici o privati, a comportarsi in modo virtuoso e innovativo, fermo restando il rispetto delle condizioni previste nel contratto di servizio sottoscritto con il Comune di Roma. Quest’ultimo, invece, avrà in mano un vero potere di programmazione, di regolazione e di controllo del servizio stesso.

Il messaggio politico forte e chiaro deve essere quello di rompere con il passato per un servizio di trasporto pubblico efficiente, moderno, aperto, di qualità e innovativo, nell’interesse dei cittadini e dei turisti.

Donato Bonanni

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