Immobili da 1 miliardo che non rendono nulla

Articolo della Redazione di      pubblicato il 13 giugno 2023.

Sull’ex Ipab la Lega chiede ispezioni e presenta un’interrogazione al presidente del Consiglio Regionale per far luce sull’alienazione dell’immensa ricchezza delle donazioni sociali.

Il patrimonio ex Ipab venduto a prezzo inferiori a quelli di mercato: sulla grande svendita di palazzi, appartamenti e negozi molti dei quali nel centro di Roma esplode la bufera: la Lega in un’interrogazione al presidente del Lazio Francesco Rocca chiede di spedire gli ispettori, mentre un membro del Comitato di gestione della Aps Sant’Alessio denuncia una sorta di silenzio sulle manovre immobiliari in corso.

Per maggiore chiarezza ricapitoliamo di cosa si tratta. Nel corso degli ultimi anni (gestione regionale del Pd di Zingaretti) l’immenso patrimonio immobiliare accumulato grazie alle donazione con destinazione “fini sociali” che da solo supera il patrimonio immobiliare del Comune di Roma e della Regione Lazio è stato oggetto di vendite importanti “necessarie” per l’ordinaria e straordinaria manutenzione con l’assetto giuridico delle Sgr, Società di gestione del patrimonio.

Il valore di mercato è di circa 1 miliardo di euro

Nate come Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza) sono state nel tempo trasformate in Enti comunali di assistenza e ora in Sgr (Società di gestione del patrimonio). In pochi anni la gestione è passata dalla Sgr Sorgente alla Sgr Castello e, infine, alla Sgr Anima. Una serie di passaggi che ha portato a valutare gli immobili in circa 200 milioni di euro, mentre stime alla mano il valore sarebbe di circa 1 miliardo di euro. E a scoprire la serie di passaggi è stata la Commissione Affari Costituzionali della Pisana nel corso di una audizione. Perché tanta svalutazione? Perché un degrado così ingente del patrimonio di Sant’Alessio- Margherita di Savoia, del Santa Maria in Aquiro del San Michele e dell’Asilo Savoia?

L’interrogazione della Lega

Oltre alla Commissione guidata da Flavio Cera di Fratelli d’Italia il quesito se l’è posto anche la Lega che, dopo la pubblicazione dell’articolo di affaritaliani.it Roma, immobili ex Ipab: ecco a chi fa gola il patrimonio da 1 miliardo di euro, ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, chiedendo di attivare al pià presto i poteri ispettivi in forza alla Regione Lazio per far chiarezza sulla serie di passaggi gestionali e sulla sottovalutazione patrimoniale. L’interrogazione è stata presentata dal consigliere Angelo Tripodi.

La denuncia di Carlo Carletti, ex Ipab Sant’Alessio

E sempre sull’articolo denuncia a firma Donato Robilotta, arriva una nuova denuncia, quella di Carlo Carletti già Presidente Centro Regionale S.Alessio – Margherita di Savoia – Presidente Associazione CIIVA APS, Componente Comitato Tecnico Consultivo ASP S.Alessio- Margherita di Savoia che scrive: “Credo sia opportuna una approfondita verifica da parte degli organi competenti, per meglio comprenderne i risultati economici e le eventuali modifiche da apportare alla gestione del Fondo stesso. Pur essendo componente del Comitato Tecnico Consultivo dell’APS S.Alessio, non possiedo alcuna informazione sulla ragione dell’ultimo passaggio di Gestione del Fondo immobiliare s.Alessio, Dalla Castello Immobiliare alla Società Anima “.

Le preoccupazioni per la gestione del patrimonio

Aggiunge Carletti: “Non possiedo esauriente informazioni sul mancato coinvolgimento nel Fondo della società INVimET, da me sempre auspicato e sollecitato. Pur non possedendo alcun elemento che mi induca a dubitare del corretto agire del C.D.A. dell’APS S.Alessio- Margherita di Savoia, i negativi risultati economici della gestione del Fondo, destano molte preoccupazioni. Ho da sempre auspicato l’affidamento del cospicuo Patrimonio immobiliare ad un Ente specializzato, anche al fine di evitare che gli Amministratori dell’APS S.Alessio potessero, come avveniva, prestare più attenzioni al Patrimonio stesso e non invece alle complesse problematiche delle persone con disabilità visiva. Credo, che il C.D.A. dell’ex Ipab, non possieda la forza e le necessarie competenze per incidere sulla complessa gestione del suo Fondo Immobiliare, pertanto, appaiono auspicabili e utili eventuali iniziative volte a recuperare una miglior gestione del Fondo immobiliare. Necessitano risorse economiche per il decentramento dell’Ente, sedi operative almeno in ogni Provincia e servizi assistenziali, educativi e riabilitativi assicurati anche a domicilio delle persone cieche e ipovedenti, circa 12 mila , la cui età è per circa il 70% di età superiore ai 65 anni. In ciascuna Provincia dovrebbero essere realizzati specifici Centri in grado di fornire sostegno psicologico e riabilitativo , per prevenire e ridurre stati di isolamento e di profonda depressione, conseguenti alla perdita del bene della vista, che colpisce in grande prevalenza le persone adulte. Appare davvero incredibile che oltre 200 milioni di patrimonio immobiliare, non produca alcun reddito in favore del suo proprietario”.

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