UNA VISITA DAL CARDIOLOGO 12 EURO: così lo Stato spinge la Sanità al collasso

Articolo di Donato Robilotta pubblicato il 13 marzo 2024 su “Affari Italiani.it”.

Il nuovo tariffario dell’assistenza specialistica per le Regioni sottoposte a piano di rientro non copre neanche i costi e penalizza le Regioni del Centro-Sud

Con decreto del 23 Giugno 2023, Il Ministro della Salute, di concerto con il Ministro del Mef, previa intesa in sede di conferenza Stato Regioni, ha approvato il nuovo Nomenclatore con la definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica. Il Nomenclatore entra in vigore il 1° aprile di quest’anno e per le Regioni in piano di rientro le tariffe rappresentano il limite massimo che non può essere superato.

Mentre le altre Regioni possono superare i limiti con proprie risorse. Tanto che Regioni come Lombardia, Emilia Romagna e Toscana hanno già approvato propri atti per aggiungere proprie risorse. Il Nomenclatore, che definisce il tariffario dei rimborsi dovuti dal sistema sanitario nazionale per le prestazioni assistenzialistiche offerte ai cittadini dal sistema pubblico, dai classificati e dai privati accreditati, sta provocando una grande protesta perché in alcune branchie abbassa talmente il livello del rimborso da non coprire il costo della prestazione.

I rimborsi per le prestazioni non coprono i costi

Solo per fare un esempio un emocromo passerebbe da 4,10 euro a 1,95, l’analisi per l’ormone della tiroide dai 6,35 euro ai 2,60, l’analisi per le proteine ematiche da euro 6,85 a euro 2,85. Un rimborso per una visita cardiologica sarebbe pari a euro 12,00. Questo rischia di provocare una grave crisi economica per strutture che erogano i servizi che rischiano tagli tanto pesanti da metterle in ginocchio e portale al fallimento.

Nel Lazio esplode la rivolta delle associazioni di categoria

Ed è proprio quello che denunciano le associazioni di categorie nel Lazio raggruppate nell’UAP, unione ambulatori e poliambulatori, del quale fanno parte associazioni storiche come l’Anisap, la Confapi, l’Unindustria, la Federlazio la Feder Lab Italia e l’Associazione imprese sanitarie indipendenti, guidate da una agguerrita Mariastella Giorlandino che lancia un forte grido di allarme al governo e alla Premier Meloni affinché la data dell’entrata in vigore venga prorogata per avere modo di apportare le modifiche richieste dalla categoria.

L’allarme di Mariastella Giorlandino: “Le società estere pronte a fare shopping di aziende”

maria stella GiorlandinoMaria Stella Giorlandino
La Giorlandino sostiene, e con ragione, che il nuovo tariffario metterà in crisi molte società del centro sud, perché quasi tutte le Regioni del sud sono in stato di rientro e quindi non possono aggiungere proprie risorse per sopperire a quello della Stato, con grandi società estere che sono pronte ad entrare in azione e comprare le società che entrano in crisi cambiando il tessuto socio economico dei prestatori di servizio.

Francesco Rocca: “Rimborsi insostenibili anche per le strutture pubbliche”

Il problema è reale tanto che la settimana scorsa anche il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, presentando in commissione sanità la programmazione della nuova rete ospedaliera ha parlato della spesa sanitaria e si è detto anche preoccupato dall’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario che porrà problemi anche alle strutture pubbliche che erogheranno servizi a un costo più alto di quello che il servizio sanitario nazionale rimborserà. Insomma una questione seria e delicata che i Ministri Schillaci e Giorgetti farebbero bene a non sottovalutare.

Dopo tutte le proteste del sistema si era sparsa voce che il Ministro Schillaci potesse rinviare la data di entrata in vigore del nuovo nomenclatore, invece lo schema di decreto, che il sette marzo ha avuto l’intesa dalla conferenza Stato Regioni, presieduta dal Ministro Calderoli, interviene di nuovo con modifiche sull’articolo 5 del cd nomenclatore delle tariffe sanitarie ma non rinvia l’entrata in vigore.

Come impatta il nuovo tariffario

Le modifiche apportate dal nuovo decreto riguardano solo un riallineamento delle prescrizioni mediche, per cui viene previsto che le prescrizioni emesse entro il 31 marzo 2024, relative a codici e prestazioni di cui al dm 22 luglio 1966, sono erogabili con le relative tariffe entro e non oltre il 31 dicembre 2024. Anche le prestazioni di protesica emesse entro il 31 marzo, relative a codici di cui al dm 332/1999, saranno erogabili entro e non oltre il 31 dicembre 2024. A partire dal 1° aprile 2024 le ricette mediche specialistiche prescritte in tutte le regioni dai medici del SASN possono essere emesse esclusivamente con riferimento ai codici del nomenclatore della specialistica ambulatoriale di cui all’allegato 4 del DPCM 12 gennaio 2017.

Il 20 il  mondo della sanità si riunisce al teatro Brancaccio

Anche a causa di questa ulteriore delusione le associazioni, guidate dalla Giorlandino, hanno indetto a Roma una grande manifestazione di protesta per il 20 Marzo al teatro Brancaccio.

E’ auspicale che la premier Meloni, così come il presidente Rocca, ascolti questo grido di dolore che viene da un mondo che l’ha sostenuta con grande forza.

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